Italy
September 25, 2025
La campagna del melone retato 2025 si avvia alla conclusione, lasciando dietro di sé un bilancio con luci e ombre ma anche segnali incoraggianti per la filiera.
Dal punto di vista produttivo e commerciale, i numeri confermano la centralità del comparto: in Italia le superfici coltivate a melone retato si attestano intorno ai 16.500 ettari, in lieve aumento rispetto al 2024, per una produzione complessiva stimata oltre le 545.000 tonnellate. Sul fronte dei consumi, il melone resta protagonista dell’estate: 15,8 milioni di famiglie italiane lo hanno acquistato negli ultimi 12 mesi, con una netta preferenza per il retato a polpa arancione, che rappresenta oltre il 90% delle scelte. La stagionalità continua a essere determinante, con il 77% degli acquisti concentrati tra giugno e agosto.

Accanto a questi dati positivi, la campagna 2025 è stata però segnata da forti contrasti climatici. L’estate si è aperta con una lunga ondata di caldo torrido che, se da un lato ha messo a dura prova le coltivazioni, dall’altro ha favorito i consumi, sostenuti da una maggiore richiesta di frutta fresca. A questa fase è seguito un periodo di piogge diffuse, che ha rallentato gli acquisti e prolungato la permanenza del prodotto sia in campo che sugli scaffali.
Anche l’andamento dei prezzi ha risentito di questa dinamica: le prime settimane hanno visto quotazioni sostenute, ma con il progressivo aumento dell’offerta e il calo della domanda – complice il clima variabile – i prezzi all’ingrosso hanno subito un calo, riportando maggiore pressione sulla filiera.
Questa alternanza ha evidenziato un punto chiave per la filiera: la necessità di varietà capaci di mantenere qualità, produttività e tenuta sia in campo sia in post-raccolta anche in condizioni imprevedibili. È in questo contesto che Reame (SVML1562) e Tudor (SVML1545), le nuove varietà di melone retato firmate Seminis, hanno offerto una risposta concreta alle nuove esigenze produttive e commerciali.
Meloni retati: le novità 2025
Nel loro primo anno di vendita, Reame (SVML1562) e Tudor (SVML1545) hanno mostrato un’ampia adattabilità alle diverse condizioni pedoclimatiche italiane, evidenziando versatilità e affidabilità in contesti agronomici anche molto differenti. Altri punti di forza comuni alle due varietà riguardano:
· Piante vigorose e rustiche, capaci di allegare frutti uniformi e di qualità;
· Pacchetto genetico completo, con resistenze a oidio, afidi e fusariosi, oltre alla resistenza intermedia al virus CYSDV (Anomalia del nanismo giallo delle cucurbitacee);
· Shelf life ottimale, grazie a una polpa compatta, ma mai troppo soda, e a una buccia resistente, che permettono di mantenere i frutti freschi più a lungo.
“Oltre alle caratteristiche agronomiche, Reame e Tudor hanno ottenuto un riscontro positivo anche dal punto di vista organolettico: la polpa dal colore arancio intenso e il sapore dolce e persistente incontrano le preferenze di un consumatore sempre più attento al gusto e all’aspetto del prodotto” afferma Salvatore Passariello, Sales Representative per Seminis.

Vediamo ora più da vicino quali sono le caratteristiche delle due cultivar e le testimonianze raccolte in campo.
Reame: appeal per il retail
La varietà Reame (SVML1562) si presta a trapianti dai primi di aprile in serra fino al pieno campo nella prima decade di maggio, a seconda delle aree produttive. Il frutto si distingue per la rete fine ed elegante con suture verde scuro e per la pezzatura uniforme, che varia tra 1,2 e 1,8 kg in base al periodo di trapianto. Queste caratteristiche lo rendono perfetto per il retail, grazie all’impatto visivo e alla qualità costante.

“Abbiamo coltivato alcune serre di Reame con trapianto fino ad aprile. Mi ha colpito la vegetazione abbondante e la fioritura intensa, elementi che favoriscono l’attività dei pronubi in un ambiente difficile come la serra. Per l’eleganza e la qualità del frutto, abbiamo deciso di aumentare la superficie coltivata nel secondo ciclo”, racconta Cesare Gandini di Nadalini Società Agricola in provincia di Mantova.
Tudor: il retato a vocazione internazionale
Tudor (SVML1545) è invece una varietà a ciclo medio-tardivo, trapiantata tra il 10 maggio e il 20 giugno in pieno campo. Il frutto si riconosce per la rete marcata e i meridiani sottili, con una pezzatura compresa tra 1 e 1,6 kg. Queste caratteristiche lo rendono adatto anche ai mercati internazionali, dove viene apprezzata la combinazione tra peso contenuto e qualità elevata.
Per Compagnia Agricola Italiana, società cooperativa agricola di San Martino In Pensilis in Molise “Tudor è il melone italiano ideale per il consumatore: performance ottime, pezzatura regolare, rete ben definita e polpa consistente, ma mai troppo dura. È un’ottima scelta per tutta la filiera”.

“Nate nel nostro Centro di Ricerca a Latina, Reame e Tudor rappresentano il risultato di anni di ricerca e sperimentazione, orientati verso soluzioni varietali che coniughino qualità, produttività e sostenibilità. Sono varietà sviluppate per affrontare le sfide di un’agricoltura moderna, in cui adattabilità, resistenza e qualità organolettica sono imprescindibili” conclude Fabrizio Petrillo, Key Account Manager Senior per Seminis.