home news forum careers events suppliers solutions markets expos directories catalogs resources advertise contacts
 
News Page

The news
and
beyond the news
Index of news sources
All Africa Asia/Pacific Europe Latin America Middle East North America
  Topics
  Species
Archives
News archive 1997-2008
 

Seme certificato o "seme aziendale"? Avviata nel 2018 una sperimentazione per testare sul campo i possibili vantaggi per gli agricoltori


Italy
October 8, 2019



 

Negli ultimi anni il cosiddetto “reimpiego aziendale”, ossia la pratica di utilizzare ai fini della semina la granella del raccolto dell’anno precedente, ha conosciuto un certo incremento per la supposizione, da parte dell’agricoltore, che rinunciare al “cartellino CREA”, ossia all’impiego di seme ufficialmente certificato, comportasse un possibile risparmio.

Al di là delle scelte individuali degli agricoltori e senza dimenticare i possibili risvolti legati alle illegalità o peggio alla contraffazione di varietà vegetali che possono accompagnare il commercio di questi materiali, è comunque importante considerare i vantaggi che l’adozione del seme certificato porta al bilancio aziendale, in particolare in termini di resa agronomica e sanità dei raccolti, e soprattutto, in ultima analisi, di maggior reddito.

Questi concetti sono stati confermati da una recente prova commissionata nell’autunno 2018 da ASSOSEMENTI a HORTA srl, società collegata all’Università del Sacro Cuore di Piacenza, avente per oggetto una prova di confronto seme certificato vs non certificato. Tale prova si è svolta in due stazioni, a Ravenna e a Foggia, utilizzando sia sementi ufficialmente certificate e conciate industrialmente, sia “granella aziendale” idonea al reimpiego, anch’essa successivamente trattata con concia standard, ossia “C3”, appartenenti a varietà ampiamente diffuse sul territorio quali il frumento duro “Saragolla” e il frumento tenero “PR22R58”.

In totale, tra le due specie, sono state testate 8 differenti fonti di seme “aziendale”, ossia non certificato, con l’obiettivo di replicare l’ordinarietà con la quale esse potevano essere disponibili per gli agricoltori.

In questo primo anno la prova ha fornito alcune informazioni interessanti, benché parziali visto il recente avvio, che tuttavia possono suggerire alcune considerazioni.

Sia per quanto riguarda il grano duro che il grano tenero le tesi non certificate e non conciate a livello industriale, seminate nelle consuete condizioni di densità aumentata di circa il 20%, hanno evidenziato rese inferiori rispetto alle tesi ufficialmente certificate, conciate industrialmente e seminate alla densità consigliata dalla ditta sementiera.

Anche alcuni aspetti fitosanitari sono stati indagati, in particolare attraverso lo studio della germinabilità, dove le fonti certificate e conciate industrialmente hanno mostrato minore comparsa di muffe rispetto alle altre fonti.

Provando a calare queste informazioni nella realtà produttiva di un’azienda agricola, si può prevedere un aumento della redditività grazie all’uso di seme certificato, sufficiente a suggerire l’opportunità di impiegarlo in tutti i casi.



More news from: Assosementi - Associazione Italiana Sementi *


Website: http://www.sementi.it/

Published: October 9, 2019

The news item on this page is copyright by the organization where it originated
Fair use notice

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

  Archive of the news section


Copyright @ 1992-2025 SeedQuest - All rights reserved