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Controllo dei nematodi nel pomodoro da mercato fresco


Italia
May 12, 2021

Pillole agronomiche #3

  • I nematodi galligeni rappresentano una minaccia significativa al rendimento delle coltivazioni di pomodoro da mercato fresco.
  • Misurare i livelli di nematodi nel terreno è utile per identificare le strategie di gestione più appropriate.
  • Una gestione dei nematodi efficace e sostenibile è possibile e richiede un’integrazione tra selezione delle varietà, pratiche colturali e uso di strategie di difesa di nuova concezione.
     

I nematodi

I nematodi galligeni sono tra i più importanti parassiti del pomodoro e causano ingenti danni alle colture in tutta Italia.

Esistono diverse specie di nematodi galligeni. Tra questi, Meloidogyne incognita è il più diffuso e prolifera nelle aree con temperature del suolo moderate; diventa invece inattivo a temperature inferiori ai 18 gradi. Meloidogyne haple, al contrario, prospera con temperature del suolo da moderate a basse.

In Italia sono presenti almeno altre quattro specie di Meloidogyne e si trovano principalmente nelle regioni meridionali, caratterizzate da un clima più caldo.

Le uova e le larve di questi organismi parassiti sopravvivono nel terreno e nei detriti delle radici. Alla loro diffusione contribuisce tutto ciò che muove suolo e materiale vegetale infestato, ovvero principalmente le lavorazioni agricole e lo scorrimento dell’acqua attraverso i campi.

I nematodi hanno un’ampia gamma di ospiti, tra cui molte specie di piante vegetali, ornamentali e infestanti. Nutrendosi dalle radici, causano negli apparati radicali un ridotto assorbimento di acqua e sostanze nutritive. Un cattivo funzionamento delle radici si traduce, di conseguenza, in sintomi fuori terra, tra i quali l’arresto della crescita delle piante, l’avvizzimento e la clorosi fogliare: per questo motivo le piante colpite si presentano visivamente come delle macchie nel campo.

I sintomi di infestazione da nematode galligeno si manifestano con lo sviluppo di protuberanze delle radici, chiamate galle, che possono essere di forma sferica o allungata (Figura 1) e di varie dimensioni, a seconda delle particolari specie di Meloidogyne presenti.


Gestione integrata

Se i nematodi galligeni sono presenti nel terreno, sarà difficile debellarli completamente. Ecco perché la migliore gestione si deve basare su un approccio integrato che coinvolga pratiche colturali volte a ridurne le popolazioni, varietà resistenti e impiego di soluzioni di attività nematocida innovative, sostenibili e supportate da strumenti digitali.
 

Figura 1. Le galle delle radici sono un sintomo caratteristico dell’infezione da nematode galligeno nei pomodori.

 


1. Stima della presenza di nematodi/analisi del terreno

Il primo passo nella gestione integrata dei nematodi è valutare la loro presenza nel suolo: si devono raccogliere campioni di terreno dal campo e sottoporli a test specifici. Stimare dimensione e distribuzione della popolazione, può aiutare a comprendere la portata dell’infestazione e determinare le strategie di controllo più efficaci da utilizzare.

Le popolazioni di nematodi sono di solito più numerose alla fine del ciclo colturale, per cui è solitamente questo il momento migliore per raccogliere i campioni da analizzare. Di norma, è consigliabile consultare un tecnico locale o le linee guida del laboratorio che analizzerà il terreno, in modo da apprendere le indicazioni sui tempi e le procedure più appropriate per la raccolta e la presentazione dei campioni.
I risultati vengono riportati come numero medio di nematodi in forma giovanile rilevati per 100 grammi di suolo. L’entità del danno dei nematodi varia poi a seconda delle particolari specie presenti e della tessitura del terreno


2. Utilizzo di portinnesti resistenti

L’uso di varietà di pomodoro resistenti ai nematodi è uno strumento imprescindibile per la gestione dei problemi dati da questi parassiti. La designazione VFN su una varietà di pomodoro normalmente indica resistenza all’appassimento da Verticillium, da Fusarium e ai danni da nematodi. Seminis usa le designazioni Fol per la resistenza all’appassimento da Fusarium, Va / Vd per la resistenza all’appassimento da Verticillium e Ma, Mi e Mj per indicare la resistenza a particolari specie di nematodi galligeni.

Sulle varietà resistenti alla specie dei galligeni, si possono verificare ugualmente alcune infezioni da nematodi. Tuttavia, in questi casi, i parassiti non riescono a svilupparsi e riprodursi normalmente e, nonostante si formino alcune galle delle radici, la resa dei frutti viene di solito mantenuta.

Questa forma di resistenza è trasmessa da un singolo gene di resistenza (Mi) ed è efficace contro M. incognita, M. arenaria e M. javonica. La resistenza viene meno quando la temperatura del suolo supera i 25-35 gradi, per cui nelle aree in cui questa soglia viene solitamente superata, dovrebbe essere utilizzata solo per le piantagioni della stagione fredda.

Nelle aree in cui le varietà resistenti sono state utilizzate ripetutamente, possono svilupparsi popolazioni di nematodi che sono diventate immuni. Per prolungare l’efficacia della resistenza e rallentare lo sviluppo di popolazioni di nematodi immuni, bisognerebbe alternare le cultivar resistenti a quelle più sensibili. Un’altra strategia che si mostra promettente è l’uso di pomodori innestati su portainnesti resistenti ai nematodi.

Poiché si tratta di parassiti delle piante, per nutrirsi e riprodursi, i nematodi richiedono la presenza di una pianta ospite. In alcune situazioni, dunque, si può cercare di ridurre le popolazioni con una rotazione verso colture non ospiti. Tuttavia, i nematodi galligeni hanno una gamma molto ampia di ospiti, comprese molte colture orticole e agronomiche: per questo motivo, non sempre è possibile trovare colture a rotazione accettabili che siano adatte a ridurre le popolazioni. Inoltre, per risultare efficace, una rotazione dovrebbe durare da uno a due anni, ma potrebbe non essere sostenibile economicamente.
Anche un’attenta gestione delle infestanti durante la rotazione è importante, poiché molte specie di piante infestanti sono ospiti sensibili per i nematodi.

Esistono altre pratiche colturali, che si sono dimostrate efficaci nel ridurre le popolazioni di nematodi e le conseguenti perdite di resa. Queste includono l’aggiunta di correzioni organiche del suolo, attraverso l’uso di colture di copertura e concimi verdi, solarizzazione del suolo, inondazioni, evitando l’uso di acqua di fossi e stagni per l’irrigazione, nonché una rapida decomposizione dei detriti delle radici delle piante.


3. Impiego di nematocidi sostenibili

È necessario infine ricorrere all’uso di soluzioni nematocide per controllare adeguatamente i nematodi sul pomodoro. Questi prodotti possono essere raggruppati in due categorie generali, fumiganti e non fumiganti.

I fumiganti sono sostanze chimiche che, se applicate al suolo, diventano gas volatili. Si diffondono nel suolo e colpiscono i parassiti bersaglio nell’arco di un periodo di tempo di alcune settimane.

Tutti i fumiganti sono fitotossici, quindi è necessario lasciar intercorrere un periodo di latenza, che va da due a quattro settimane, tra l’applicazione e il trapianto.
Oltre a questa complicazione nella gestione aziendale, le fumigazioni necessitano di macchinari specifici ed espongono gli operatori alle sostanze tossiche impiegate. Inoltre, tali prodotti come detto sono fortemente volatili e bisogna prestare attenzione alle distanze di rispetto dalle zone limitrofe, sia in caso di centri abitati che di altre coltivazioni confinanti.

Infine, è comune svolgere la fumigazione con film plastico pacciamante, incidendo notevolmente sul consumo aziendale di plastica, il quale poi dovrà essere correttamente recuperata dal campo e smaltita correttamente.
 

Figura 2. Striscia di fumigazione dei letti rialzati. Il fumigante viene applicato dal trattore davanti e il pacciame di plastica viene deposto dal secondo trattore.


In questo ambito Bayer propone una difesa fitosanitaria dall’approccio innovativo per la gestione dei nematodi galligeni, grazie a due soluzioni che permettono all’agricoltore un’alternativa sostenibile ai fumiganti, ma comunque efficace: Bioact Prime DC e Velum Prime

Bioact Prime DC è una soluzione di origine naturale, a base di Paecilomyces lilacinus ceppo 251, un ascomicete antagonista dei nematodi.

Una volta distribuito per fertirrigazione, questo fungo colonizza il terreno, parassitizzando uova e forme statiche dei nematodi, impedendo la crescita della popolazione, ma rispettando l’entomofauna utile.

Velum Prime invece è una soluzione a base di fluopyram, un principio attivo sistemico da applicare sempre in fertirrigazione, che possiede una duplice azione; agisce infatti sia a livello del terreno sulle forme giovanili dei nematodi, sia a livello della parte aerea, dove viene traslocato per svolgere un’importante azione antioidica.

Velum Prime si applica a dosi estremamente più basse rispetto ai fumiganti e possiede un profilo tossicologico ed ecotossicologico favorevole.


4. Supporto digitale

Per ottimizzare la gestione integrata dei nematodi infine, Bayer sta lavorando ad uno strumento digitale concepito per individuare e suggerire gli agricoltori il momento più opportuno per effettuare il trattamento con Bioact Prime DC, chiamato Nematool.

Si tratta di un innovativo dispositivo di supporto decisionale, da collocare a livello del terreno; questa sonda, attraverso la misurazione dei parametri giornalieri del suolo ed un algoritmo calibrato al ciclo vitale dei nematodi, riesce a determinare il punto di massima presenza e suscettibilità delle uova, fornendo un “alert” in un’app su cellulare, per indicare all’agricoltore di effettuare il trattamento.

Nematool è quindi il primo strumento elettronico sul mercato in grado di consentire una lotta efficace, mirata ed integrata ai nematodi, in linea con i concetti di agricoltura digitale e di precisione.

 



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Published: May 19, 2021

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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